Adoro quando i bambini fanno mille domande.
Adoro l'età dei perché. Quando chiedono incessantemente il perché di ogni cosa.
Adoro la curiosità che brilla nei loro occhi. La voglia di scoprire il mondo.
Ma perché ad un certo punto non ci chiediamo più perché?
Perché cominciamo a dare per scontato le cose?
Perché non siamo determinati abbastanza da non arrenderci ad un si o ad un no e cercare di capire cosa c'è dietro quella risposta?
Forse perché ci sembra di sapere come andrà a finire.
Forse perché a volte l'esperienza e quello che abbiamo imparato possono diventare un arma a doppio taglio.
Sarebbe così meravigliosamente bello tornare bambini.
Abbandonarsi ad una curiosità febbrile, quasi irritante.
La curiosità ci permette di crescere. E scoprire mondi che altrimenti sarebbero rimasti inesplorati.
La curiosità ci rende vivi. Ci permette di superare i confini che una mente non curiosa inconsciamente pone.
Einstein affermava di non aver nessun particolare talento. Di essere solo appassionatamente curioso.
Continuava dicendo che il segreto era imparare dal passato, vivere il presente e sperare nel futuro. Che la cosa più importante era non smettere mai di farsi domande.
Ho riscoperto il piacere di fare domande. A volte forse un po' troppe. Ma va bene così.
Guardando al passato ho capito che avevo smesso di farmi domande perché temevo le risposte.
Ma non è un motivo valido per arrendersi.
A volte le risposte non ci piaceranno. A volte ci faranno arrabbiare. Altre ci deluderanno.
Ma alcune avranno il potere di cambierci la vita.
Credo che farsi domande in continuazione sia il modo migliore per coltivare il genio creativo in ognuno di noi. Credo sia il segreto per sviluppare la nostra immaginazione. Il potere più grande che abbiamo.
Perché, per concludere con un'altra citazione di Einstein, una delle mie preferite...la logica può portarci da A a B. L'immaginazione può portarci ovunque.
Love
Starlight
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